Francesca Boari

In occasione di Lux in terra est 11-2-2023 :

“That today it is especially up to the artist to restore the beautiful in a sad and small world, made ugly by those who live there and have inhabited it in recent decades, that it is up to the poets of the soul, to those who with the delicate touch of feeling restore value to simplicity and lost order, is beyond any doubt.

However, the possibility remains doubtful in such a mass of useless things, to collect them separately and return them to whoever is responsible for the great deception and betrayal. Putting things on top of each other, and also throwing them elsewhere, moving the superfluous, deleting it from one’s existence, cleaning oneself up to be naked again in front of the dawn that one must be able to envisage even if by now accustomed to blindness. “The poets … the last risky …”, wrote the much discussed Martin Heidegger in the last century. And he had clearly seen how often it happens to those who consider philosophy above all “magister vitae”.

Sara Dell’Onze works on light, hinting through contemporary graffiti this desire for a light that brightens the horizons.

The monolith appears in its total purity but the direction is not the sky, but this earth today so gloomy that it smells of putrefaction, since it is soulless and hungry for new horizons.

This invitation is accepted in the simplicity of Dell’Onze’s sign. Put under your feet what hinders the new beginning and walk now on the cleared and cleansed earth with bare feet.”


“Che oggi tocchi specie all’artista la restituzione del bello in un mondo triste e piccolo, imbruttito da chi lo abita e lo ha abitato negli ultimi decenni, che tocchi ai poeti dell’anima, a chi con il tocco delicato del sentire restituisca valore alla semplicità e all’ordine perduto, è fuori da ogni dubbio.

Dubbia resta invece la possibilità in un tale ammasso di cose inutili, di raccoglierle a parte e restituirle a chi è responsabile del grande inganno e tradimento. Mettere le cose una sull’altra, e anche gettare altrove, spostare il superfluo, cancellarlo dalla propria esistenza, ripulire se stessi per essere di nuovo nudi davanti all’alba che si deve potere prospettare seppure oramai abituati alla cecità. “I poeti … gli ultimi arrischianti …”, scriveva nel secolo scorso il tanto discusso Martin Heidegger. E aveva visto bene come spesso accade a chi ritiene la filosofia prima di tutto “magister vitae”.

Sara Dell’Onze lavora sulla luce, accennando attraverso graffiti contemporanei questo desiderio di una luce che rischiari gli orizzonti.

Il monolite appare nella sua totale purezza ma la direzione non è il cielo, bensì questa terra oggi così cupa da odorare di putrefazione, poiché disanimata e affamata di nuovi orizzonti.

Nella semplicità del segno della Dell’Onze si raccoglie questo invito. Mettere sotto i piedi ciò che ostacola al nuovo inizio e camminare adesso alla terra rischiarata e ripulita a piedi nudi.”

Francesca Boari